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Strage di Ustica, Bobo Craxi: “Mio padre non ha mai parlato con Gheddafi”

 

Il figlio di Bettino Craxi, in esclusiva per Notizie.com, torna sulle parole di Giuliano Amato: “La sua è una delle tante ipotesi fatte. Colloqui con Gheddafi? Nessuno. Con lui parlava Agnelli” 

Le parole di Giuliano Amato sulla strage di Ustica continuano a far discutere. L’ex Premier ha tirato in ballo anche Bettino Craxi che, avrebbe avvisato Gheddafi del possibile attentato nei suoi confronti, organizzato da Stati Uniti e Francia. “Amato sostiene che siano stati i francesi perché volevano colpire Gheddafi e dentro il ragionamento fa il nome di mio padre – dichiara in esclusiva a Notizie.com Bobo Craxi, figlio di Bettino -. 

In realtà non è andata così. In passato si sono dette molte cose e il ruolo di Gheddafi era entrato spesso nella vicenda”. Bobo Craxi sulle parole di Amato su Ustica. Notizie.com Bobo Craxi, è rimasto stupito dalle parole di Amato? “Sono andato a rivedere bene le interviste del passato. Amato queste cose le ha dette anche precedentemente. 

La domanda è, come mai Repubblica metta in primo piano l’intervista di Amato sul caso Ustica, essendo passati un po’ di anni e sebbene questa tesi non sia avvalorata dai tribunali, che si limitano a scolpire una sentenza di probabilità? La magistratura italiana non arriva a una conclusione oggettiva. Si limita a dire che è presumibile che sia stato un agente esterno a far deflagrare il velivolo. Amato, deponendo di fronte alle commissioni, sostiene che ci fu un intervento” 

Amato tira in ballo suo padre “Nessuno ha la verità, su questo punto ci sono due versioni contrapposte che non sono giunte alla medesima conclusione dopo anni. Io mi sono limitato a correggere un’imprecisione, per quanto rilevante, ma comunque un’imprecisione rispetto al ruolo di mio padre in questa vicenda che è inesistente”. Esclude che suo padre possa aver avvisato Gheddafi del pericolo in cui poteva incorrere? “Mio padre non ha avuto nessun colloquio con Gheddafi all’epoca e non li ha mai avuti in vita sua. Quando si trattò di evitare per Gheddafi una fine tragica, attraverso un altro attentato, lui si limitò a non sostenere l’operazione militare americana, ma questo è avvenuto 6 anni dopo. I rapporti ce li aveva l’avvocato Agnelli in quel periodo”. Secondo lei si arriverà mai a trovare la verità su questa vicenda? “Intanto mi pare che non ci si sia dati molto da fare in questi ultimi 20 anni, quindi bisognerebbe chiederlo ai governi che si sono succeduti. L’ultimo a occuparsene se non sbaglio fu proprio quello di Giuliano Amato. Recentemente non ho letto ulteriori approfondimenti. 

Mi auguro di sì, la vicenda va considerata e inserita in un contesto che è quello della Guerra Fredda”. Bobo Craxi, figlio di Bettino, torna sulle parole di Amato – Notizie.com Cioè? Tutti  questi episodi, gli attentati, gli omicidi avvenuti in quegli anni, rientrano in quel contesto specifico. Una volta finita la Guerra Fredda nessuno, nel nostro Paese ha voluto realmente attuare una revisione. Un’analisi completa. La Guerra Fredda è finita nel 1989. si capisce bene che in questi trent’anni si è fatto di tutto tranne che cercare di voltarsi e trovare soluzioni sui fatti del passato.  Ci sono stati uomini politici convinti che non tutto sia stato detto. Soprattutto su quanto la Guerra Fredda abbia influito sulle vicende politiche in corso dal 1992. 

L’impressione è che la fine della Prima Repubblica e l’omicidio politico di alcune personalità, avevano tutta l’aria di una resa dei conti, da fine della Guerra Fredda. Questo è il contesto in cui bisogna ragionare. Al di là del fatto specifico, che capisco bene non essere secondario, anche dal punto di vista del risarcimento delle vittime. Fare emergere i colpevoli è responsabilità e dovere di qualsiasi Stato. Le istituzioni italiane mi pare non siano state capaci di arrivare a una conclusione condivisa e la tesi di Giuliano Amato è una tesi, che in qualche modo può dare un contributo di verità” 

 

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Caivano, minacce a Meloni: la premier non si fa intimidire e risponde

 

Caivano, minacce di morte sui social network a Giorgia Meloni: la premier risponde agli haters e non si lascia affatto intimidire  

Nella serata di domani, giovedì 31 agosto, è prevista la sua presenza al ‘Parco Verde‘ di Caivano. Ovvero il posto in cui, nei primi giorni del mese di agosto, sono state violentate sessualmente due ragazzine di 12 anni. Entrambe cugine. Da parte di altri minorenni, ma poco più grandi di loro. 

Giorgia Meloni è pronta a dare un segnale importante, confermando che il governo c’è e si schiererà al fianco di tutte le persone perbene che abitano lì ed anche alle famiglie vittime di questa orribile vicenda. Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com 

Tanto è vero che anche la madre di una di loro ha invitato la premier a recarsi nel napoletano. Stesso discorso anche per Don Patriciello nella manifestazione che si è tenuta nella serata di ieri (dove hanno partecipato solamente in 200). Nel frattempo, però, sui social network sono apparse anche alcune minacce di morte nei confronti della presidente del Consiglio. C’è addirittura chi le augura la morte proprio nella città napoletana e chi invece le augura il peggio. Al tempo stesso, però, la Meloni non si è lasciata affatto intimidire ed ha risposto a queste minacce contro di lei. 

Caivano, minacce alla premier Meloni: la risposta non si fa attender e La sua presenza, all‘Istituto Morano di Caivano al Parco Verde, è confermata. Insieme a lei ci sarà anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Nel frattempo la premier ha risposto per le rime a coloro che stanno cercando di metterle i bastoni tra le ruote. Questo il suo post in merito a quanto è accaduto nelle ultime ore: “Ringrazio quanti hanno espresso vicinanza in merito alle minacce ricevute in vista della mia visita a Caivano. Le intimidazioni non impediranno la nostra presenza al fianco dei tanti cittadini che chiedono sicurezza e la possibilità di un futuro migliore per i propri figli. Nella lotta alla criminalità organizzata questo governo non farà passi indietro“. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 

 Le minacce nei suoi confronti sono dovute al fatto che il governo ha interrotto il ‘Reddito di Cittadinanza’. Minacce che, a dire il vero, sono suonate come un campanello d’allarme per Palazzo Chigi. Una utente di Caserta l’ha messa addirittura in guardia: “Io ti consiglierei di stare a casa perché le persone sono infuriate, 160mila famiglie senza Rdc, senza spesa, sei sicura che tornerai a casa“. In merito alla sua trasferta a Caivano c’è chi le ha scritto: “Magari se ne va con qualche ammaccatura così capisce i guai che ha fatto“, “Si merita il peggio” e molto altro ancora. 

 

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Panico in città, armato di pistola minaccia passanti: poi si barrica in casa

 

Momenti di panico quelli che si sono verificati in città nelle prime ore del mattino, un uomo ha minacciato i passanti con una pistola: poi si è barricato in casa  Una notizia al limite del drammatico quella che arriva dal Nord del nostro Paese. Ci troviamo a Cordovado (provincia di Pordenone) dove un uomo di 50 anni sta seminando letteralmente il panico. 

Quest’ultimo, ex militare, è armato. In un primo momento ha bloccato la provinciale della città, minacciando con l’arma i passanti. Successivamente si è barricato nella sua abitazione. Subito è scattato l’allarme e sul posto sono arrivati i carabinieri. Oramai in Friuli Venezia Giulia non si sta facendo altro se non parlare di questo episodio. Carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com 

L’allarme, a dire il vero, è arrivato prima al 112 che subito ha avvisato i militari dell’arma. Moltissimi, però, sono stati i residenti che hanno chiamato il numero di emergenza per avvertire i carabinieri di quello che stava accadendo. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali pare che il 50enne, poco prima di rientrare in casa, era uscito per strada a torso nudo ma con la pistola in mano. Il tutto si sta verificando precisamente in via Battaglione Gemona. Pordenone, uomo armato semina il panico in strada: è barricato ed armato in casa I carabinieri non hanno voluto perdere altro tempo ed hanno chiesto ai residenti e titolari dei negozi della zona di evacuare, onde evitare possibili problemi. 

Buona parte dei residenti, però, è rimasta chiusa in casa: a loro, ovviamente, è stato intimato di non uscire per nessun motivo. Nel frattempo è stato bloccato il traffico ed anche le vie d’accesso che portano al centro della città friulana. Il codominio, dove si trova l’uomo armato, è stato completamente evacuato. Carabinieri (Ansa Foto) Notizie.com Per quanto riguarda un bar, invece, il titolare ed i clienti sono stati bloccati al suo interno. Motivo? Per poter uscire dall’esercizio dovrebbero transitare sotto le finestre dove si è barricato, appunto, l’uomo. Arrivati, sul posto, anche i negoziatori dei carabinieri che stanno cercando di calmare e accontentare le richieste del 50enne. Tanto da convincerlo ad uscire disarmato e senza dover utilizzare la violenza. Non è da escludere che l’uomo possa avere, all’interno di casa sua, altre armi. Negli ultimi minuti sono state staccate luce e gas.  

 

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Ennesimo incidente stradale, auto si ribalta: ferita una ciclista


Ennesimo incidente stradale che si verifica nel nostro Paese, un’auto si è ribaltata ed ha colpito una ciclista: i dettagli di questo sinistro  
 Un altro incidente stradale. Sempre a Milano e, scherzo del destino, ancora una ciclista coinvolta. Una città ancora in lutto per la tragica morte di una ragazza di 28 anni nella giornata di ieri, ovvero Francesca Quaglia, fatta sbalzare da un camion che l’ha trascinata per diversi metri. Poche ore fa un altro sinistro. Ci troviamo precisamente nel corso XXII Marzo. Un’auto si è ribaltata ed ha abbattuto un palo della luce. Successivamente il lampione ha colpito una donna che si trovava in sella alla sua bicicletta. Incidente stradale con la bici (Ansa Foto) Notizie.com 
 Fortunatamente quest’ultima è rimasta cosciente anche se, allo stesso tempo, incastrata. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco che sono intervenuti e l’hanno liberata. Stesso discorso anche per un uomo ed una donna, di 78 e 73 anni, che sono stati aiutati ad uscire dalla vettura proprio dai vigili. Tre, in totale, i feriti. Anche se, quella più grave, è proprio la ciclista. Si tratta di una donna straniera, di 43 anni, che è stata medicata sul posto e poi portata in ospedale. Milano, altro incidente stradale: ciclista colpita da palo della luce 
 La donna si trova all’ospedale ‘Niguarda‘ in gravi condizioni. Mentre i due anziani sono al ‘Policlinico‘ in “codice verde“. Subito sono state avviate le indagini da parte delle forze dell’ordine che, nel giro di pochi minuti, sono intervenuti sul luogo dell’incidente. Partite le prime ipotesi, Anche se, la pista più accreditata, porta a quella dell’alta velocità da parte della vettura. Questo spiegherebbe, appunto, il ribaltamento della stessa. Incidente stradale con la bici (Ansa Foto) Notizie.com  
Si tratta di una Smart. Per la polizia locale non ci sono dubbi: l’auto si sarebbe immessa nel corso milanese da una strada secondaria ad una velocità molto importante. Solamente che, una volta toccato il cordolo della corsia preferenziale, si è capovolta andando a finire contro un palo. Lo stesso che ha colpito la ciclista. Fino a questo momento non si hanno notizie sulle sue condizioni di salute. A rischio, invece, i due anziani che si trovavano all’interno della Smart che potrebbero seriamente rischiare grosso. 

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Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?”


Alla vigilia della visita del presidente del Consiglio Giorgia  Meloni al Parco Verde di Caivano (Napoli), luogo-simbolo di degrado, violenza e abbandono, arrivano minacce sociale all’indirizzo della premier. “Io ti consiglierei di stare a casa” 
 L’odio social raggiunge di nuovo la premier Giorgia Meloni, proprio alla vigilia della sua visita al Parco Verde di Caivano. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 
 In alcuni commenti infatti comparsi dopo  l’annuncio del presidente del Consiglio di raccogliere la “preghiera” di don Patricello,  sono tornate le minacce, stavolta e per fortuna  virtuali. Frasi pesanti, senza troppi giri di parole che in realtà trovano causa dell’odio social in un elemento cardine: il capo del governo è evidentemente ritenuta responsabile del fatto che a migliaia di famiglie, comprese quelle nel napoletano, sia stato tolto il reddito di cittadinanza.  “Io ti consiglierei di stare a casa”, ha scritto  una ragazza campana, aggiungendo “sei sicura che tornerai?”. 
Piu’ esplicita un’altra donna, che nei commenti dice  rivolgendosi direttamente al premier: “Speriamo rimani morta a Caivano”, mentre dal profilo di un laboratorio artigianale, sempre nei commenti, esprimono la speranza che almeno Meloni vada via da Caivano “con qualche ammaccatura”. Meloni domani a Caivano, minacce social per la premier: “Sei sicura che tornerai?” Giorgia Meloni (Ansa Foto) Notizie.com, foto Ansa 
 Quindi dopo le minacce nei cortei, si sono aggiunte quelle via web. Va ricordato infatti che nei giorni successivi all’ufficializzazione della revoca del sussidio, sono state diverse le manifestazioni di protesta, concentrate soprattutto nell’area di Napoli, e nel corso di queste ci sono stati anche cori violenti e minacce di morte nei confronti del premier. Questa mattina poi la coda, ci si augura definitiva e senza conseguenze, rispetto all’annuncio e alla conferma che Meloni a Caivano ci sarà. 
Certo, il suo arrivo al Parco Verde, è per ora simbolo di presenza ma soprattutto di supporto, a coloro (troppo pochi in realtà) che da anni denunciano il degrado, l’assenza dello Stato, nel comune campano vicino Napoli divenuto negli ultimi giorni oggetto di attenzioni di stampa, magistratura  e forze dell’ordine. Le violenze nei confronti di due cuginette di 10 e 12 anni non possono lasciare indifferenti e insensibili. 
 E a proposito di minacce, va registrato il grido di dolore della madre di una delle due ragazzine presumibilmente abusate. La donna, attraverso il proprio legale, Angelo Pisani si è abbandonata ad uno sfogo duro e doloroso, rivolto indirettamente proprio al presidente del Consiglio Meloni: “Minacciati, derubati, costretti a vivere chiusi in casa. Stiamo subendo minacce dal quartiere, hanno anche derubato mio figlio, quello che ha denunciato gli orrori, non mi sento al sicuro: ho bisogno di parlare con la presidente Meloni, voglio parlare con lei. Domani venga nella scuola frequentata da mia figlia e da mia nipote” 

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Migranti, trasferimenti senza sosta da Lampedusa. Ma riprendono gli sbarchi


Dopo la tregua della notte precedente anche nell’ultima giornata trascorsa, l’hotspot di Lampedusa, in cui la situazione umanitaria è di estrema emergenza, ha continuato a svuotarsi per via della mobilitazione del governo Meloni, in particolare per quanto riguarda i trasferimenti in altri centri di accoglienza dislocati nel territorio italiano e non solo. Questi infatti proseguono senza sosta, mentre nelle ultime ore hanno ricominciato a verificarsi gli sbarchi, in particolare due con a bordo 55 persone. 
L’arrivo di un pullmand da Lampedusa con 60 persone in transito arriva presso il centro di primissima accoglienza di via Traves, Torino, il 29 agosto 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON 
 La notizia, parzialmente positiva, che arriva da Lampedusa è che l’hotspot in cui il numero di migranti inizia ad essere particolarmente alto, e quindi preoccupante, ha cominciato a svuotarsi. Nella giornata di ieri sono stati trasferiti oltre 1.300 migranti in altri centri d’accoglienza italiani, che hanno permesso di tirare un sospiro di sollievo agli operatori in prima linea sul fronte dell’accoglienza. Questa mattina i numeri registrati parlano di 2.201 migranti presenti all’hotspot, tra cui 289 minori non identificati. I trasferimenti che proseguono senza sosta Un fatto dovuto a una politica di trasferimenti dall’hotspot che prosegue quasi senza sosta, con il governo particolarmente mobilitato su questo fronte. Al momento sono in corso infatti altre operazioni di trasferimento per un numero di migranti pari a 600, situati sulla nave militare San Giorgio, e nel pomeriggio è previsto un altro trasferimento di circa 500 migranti sulla nave di linea Galaxy. L’arrivo di un pullmand da Lampedusa con 60 persone in transito arriva presso il centro di primissima accoglienza di via Traves, Torino, il 29 agosto 2023 ANSA/JESSICA PASQUALON 
 Un ulteriore volo è stato organizzato dall’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che partirà alle 18 e che trasporterà circa 180 migranti, nella direzione di Roma. L’ultimo trasferimento è infine quello sulla nave Cossyra, con circa 150 migranti diretta nella vicina Sicilia, a Porto Empedocle. Nel frattempo, nella tarda serata di ieri hanno ripreso a verificarsi nuovi sbarchi, con due imbarcazioni dirette a Lampedusa su cui viaggiavano 55 migranti, sbarcati sull’isola. 

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Stupri Caivano, manifestazione in città: domani attesa la Meloni


Stupri di Caivano, nella giornata di ieri c’è stata la manifestazione in città da parte dei cittadini: domani, invece, è attesa la premier Meloni Dopo quella di Palermo, purtroppo, nel nostro Paese è spuntata un’altra vicenda. Una nuova violenza sessuale nei confronti di due ragazzine di 12 anni. Queste ultime sono state violentate sessualmente a Caivano, precisamente nel ‘Parco Verde‘ da parte di un gruppo di minorenni. 

Le vittime, in questo momento, si trovano in una comunità lontano dalle loro abitazioni. Chi ci sono rimasti sono i loro genitori che, a dire il vero, non vedono l’ora di andare via da quel posto. Tra l’altro molto spesso oggetto di vicende di cronaca nera. Nelle ultime ore, la madre di una delle ragazzine, ha rivelato al suo avvocato di aver ricevuto delle minacce di morte dopo la sua denuncia. 
Caivano (Ansa Foto) Notizie.com 

 Non solo: anche il figlio, che ha denunciato per primo l’accaduto, è stato vittima di un furto del suo scooter. Una situazione che peggiora sempre di più. Anche se, buona parte della città, ha deciso di dare un segnale forte in merito a quanto accaduto nei primi giorni di agosto. Nella giornata di ieri, martedì 29 agosto, sono scesi in strada per manifestare contro le violenze di questi giorni. Spuntano tantissimi cartelloni: “Fermiamo gli spacciatori, i camorristi e gli stupratori del parco verde“, “Le bambini vanno amate, non stuprate“, “Ricostruiamo il Parco Verde“, “Per fermare la violenza  servono pene severe”. Caivano, in 200 contro gli episodi di violenza: domani sera presente la Meloni 200, infatti, sono state le persone che hanno partecipato al corteo sotto una pioggia battente. Pochi, invece, quelli del Parco verde. 

Tra i presenti anche Don Patriciello che continua a combattere, in prima linea, contro questi orribili avvenimenti . Nel frattempo è stata avviata una inchiesta da parte della Procura del capoluogo campano che vuole vederci chiaro in questa vicenda. Come riportato in precedenza, nella serata di domani giovedì 31 agosto, sarà presente anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Caivano (Ansa Foto) Notizie.com Don Patriciello ha commentato il tutto con queste parole: “Io mi metterò a disposizione per farle visitare il parco se vuole, se vuole entrare nelle case, sono molto fiducioso. Ha detto che verrà con proposte concrete, sembra una persona che quando dice le cose le fa”. Meloni dovrebbe arrivare domani mattina alla parrocchia di San Paolo, poi ci sarà un vertice con le autorità locali. Da capire ancora il luogo (non si sa se a Caivano oppure alla Prefettura di Napoli).

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Omicidio Lorenzo Nardelli, ucciso a calci e pugni: il tragico motivo


Omicidio Lorenzo Nardelli, fuoriescono altri dettagli inquietanti in merito alla sua morte: ucciso a suon di calci e pugni Era la sera prima del suo onomastico. Precisamente il 9 agosto in cui Lorenzo Nardelli imboccò la scala del condominio di rampa Cavalcavia. Purtroppo per lui si ritrovò in quella sbagliata. 

Di conseguenza trovò anche la morte. Aveva appuntamento con una donna. Convinto di entrare nella sua abitazione andò in quella peggiore. La porta era socchiusa. All’interno dell’appartamento i cugini Radu e Marin Rusu. Entrambi di nazionalità moldava e, di conseguenza, autori dell’orribile omicidio. 
Omicidio Mestre (Ansa Foto) Notizie.com 

 I due operai, quella sera, avevano decisamente alzato il gomito. Quando si sono ritrovati davanti l’uomo lo hanno scambiato per un ladro. Una violenza inaudita che si è consumata nell’ascensore del condominio. Calci e pugni terrificanti che uccisero il povero Lorenzo. 

Una fine orribile per un ragazzo di 32 anni che aveva appuntamento con una donna. Una vicenda che, in questo momento, viene ricostruita nei dettagli da parte degli agenti della Squadra Mobile di Venezia. Con l’aiuto da parte del sostituto procuratore Stefano Buccini. Mestre, omicidio Lorenzo Nardelli: l’8 settembre l’udienza Gli agenti, nel corso delle loro indagini, hanno analizzato il dispositivo elettronico della vittima. Non c’erano mai stati contatti tra gli aggressori ed il 32enne. 

La ragazza si era preoccupata per non averlo visto salire, tanto da scrivergli: “Ma dove sei?”. L’udienza è prevista per giovedì 8 settembre. A difendere i due cugini moldavi gli avvocati Giorgio Pietramala e Jacopo Trevisan. Sempre dal carcere i due aggressori non hanno mai cambiato idea: pensavano che la vittima fosse un ladro e che voleva rapinare in casa loro. Le accuse nei loro confronti sono inevitabilmente gravi visto che si parla di omicidio volontario. 
Omicidio Mestre (Ansa Foto) Notizie.com 

 Nardelli però non era mi stato un ladro e non voleva iniziare, di certo, da quella sera. Visto che era salito a volto “scoperto”. Per i due è stato confermato il carcere. proprio dal giudice per le indagini preliminari di Venezia che, in un primo momento, aveva ipotizzato ad una trappola in cui Nardelli sarebbe stato attirato dai Rasu. Tre giorni dopo l’omicidio anche la donna, che attendeva la vittima, aveva confermato che l’appuntamento era saltato visto che non le rispondeva più ai messaggi. Purtroppo per un motivo atroce: assassinato a mani nude e con evidenti fratture al cranio.

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Festa di 18 anni a Fiuggi, uccidono una capra a calci e si vantano sui social

Un'indagine è stata aperta dalla Procura di Frosinone dopo che alcuni video sono stati diffusi sui social network, mostrando il pestaggio di una capra da parte di un gruppo di giovani durante una festa di 18 anni

La capra, che apparteneva a un allevatore della zona, è stata uccisa a calci e poi gettata in un fosso. I video sono stati girati dai partecipanti alla festa, che si sono vantati della loro crudeltà sui social. 

La festa si è svolta in una villa di Fiuggi, dove si sono ritrovati i rampolli della "Fiuggi bene", come sono noti i figli delle famiglie più agiate della città termale. Tra loro ci sarebbero anche alcuni minorenni. 

La Procura ha disposto il sequestro dei video e dei cellulari dei presenti, e ha avviato le indagini per individuare i responsabili del reato di maltrattamento di animali. 

L'allevatore della capra ha sporto denuncia e ha chiesto giustizia per il suo animale. 

Il video



Donna disabile violentata a Livorno: arrestato un marocchino

Un'aggressione brutale e vigliacca ha sconvolto la città di Livorno. Una donna disabile di 45 anni è stata violentata da un marocchino di 32 anni, che l'ha aggredita mentre si trovava in un parcheggio vicino alla sua abitazione. Il fatto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, intorno alle 2.30.

La vittima, che soffre di una malattia degenerativa che le impedisce di camminare, era appena scesa dalla sua auto quando è stata afferrata alle spalle dal suo aggressore, che l'ha trascinata in un angolo buio e l'ha stuprata. La donna ha tentato di opporre resistenza e di chiedere aiuto, ma nessuno ha sentito le sue grida.

Il marocchino, che era già noto alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio e la persona, si è poi allontanato lasciando la donna in stato di shock. La vittima è stata soccorsa da alcuni passanti che hanno chiamato il 118 e la polizia. Gli agenti hanno avviato le indagini e hanno rintracciato il responsabile grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza e al riconoscimento della donna.

Il marocchino è stato arrestato e portato nel carcere di Sollicciano, a disposizione dell'autorità giudiziaria. Dovrà rispondere di violenza sessuale aggravata. La donna è stata trasportata all'ospedale di Livorno, dove è stata sottoposta a visite mediche e psicologiche. Le sue condizioni sono gravi ma non in pericolo di vita.

L'episodio ha suscitato indignazione e solidarietà da parte della cittadinanza e delle istituzioni. Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, ha espresso il suo sdegno e la sua vicinanza alla vittima. "Si tratta di un atto ignobile e vigliacco, che colpisce una persona indifesa e vulnerabile - ha dichiarato -. Spero che il colpevole paghi con la massima severità per il suo gesto orribile".

Stupro Palermo, la vittima rompe il silenzio: “Chiudete il becco”

La ragazza violentata a Palermo ha rotto il silenzio sui social network ed ha deciso di scagliarsi contro gli "haters" del web

Per la prima volta da quando è diventata la protagonista di uno degli episodi di violenza più gravi del nostro Paese, ha parlato la ragazza violentata a Palermo. 

La vittima ha rotto il silenzio sui social network ed ha deciso di scagliarsi contro gli "haters". 

Già perché c’è anche chi ha il coraggio di criticarla e, di conseguenza, darle la colpa per quanto successo. 

Uno stupro di gruppo che, secondo gli odiatori del web, ha una sola colpevole: lei. La notizia è stata riportata su diversi siti web tra cui 1234.

 

Hong Kong: donna condannata per introdurre cannabidiolo (CBD) nel paese dopo il divieto totale

Una donna di 32 anni è stata condannata venerdì per aver introdotto cannabidiolo (CBD) a Hong Kong, segnando la prima condanna penale in base al recente divieto totale della sostanza nella città. Il CBD, un derivato non psicoattivo della pianta di cannabis, è conosciuto per le sue presunte proprietà benefiche nel ridurre il dolore, lo stress, l'ansia e l'infiammazione.

Hong Kong, l'hub finanziario cinese, ha equiparato il CBD alla stessa categoria legale di sostanze come eroina, cocaina e metanfetamine, rendendo un crimine possedere, consumare o vendere la sostanza. Il divieto è stato imposto a febbraio di quest'anno.

Secondo le autorità, la donna è stata scoperta durante lo sdoganamento con due flaconi di prodotti per la cura personale contenenti CBD dopo il suo arrivo da Stati Uniti il 29 marzo. È stata anche trovata in possesso di 2,2 grammi di ketamina e 10 siringhe. Venerdì, un magistrato l'ha condannata a due mesi di reclusione per due accuse di possesso di droga e un'accusa relativa alle siringhe.

Le autorità doganali di Hong Kong hanno affermato che la pena detentiva serve come monito per il pubblico e riflette la gravità del reato. Secondo le leggi locali, chiunque venga trovato in possesso o a consumare CBD rischia fino a sette anni di carcere e multe fino a HK$ 1 milione (circa $127.000). Le sanzioni per l'importazione, l'esportazione e la produzione sono ancora più severe.

I funzionari di Hong Kong sostengono che il CBD debba essere vietato poiché potrebbe essere convertito nel composto illegale THC, il principale componente psicoattivo della cannabis. La Cina continentale ha vietato l'uso del CBD nei prodotti cosmetici nel 2021.

Nonostante il divieto di Hong Kong, il CBD rimane popolare in tutto il mondo, con un settore in espansione che comprende caramelle gommose, caffè, birre e creme di bellezza. Si stima che entro il 2028 il settore del CBD varrà 47 miliardi di dollari, rispetto ai 4,9 miliardi di dollari del 2021. Il CBD è legale negli Stati Uniti e in alcune parti d'Europa, nonché in alcune nazioni asiatiche come il Giappone e la Tailandia.

Le autorità di Hong Kong hanno precedentemente segnalato di aver sequestrato 852 articoli sospetti di CBD e di aver arrestato sei persone nei primi tre mesi di divieto. Gli articoli sequestrati erano principalmente prodotti per la cura della pelle, con un valore stimato totale di circa $16.600, e la maggior parte è stata intercettata all'ingresso di Hong Kong.

 

Schiava del sesso. A Roma dalla Romania a 15 anni costretta con oltre 450 uomini

 

Arrivata per fare la baby-sitter, viene fatta prostituire

Una volta arrivata in Italia “Mi hanno detto che dovevo prostituirmi” ha detto la 15enne al giudice. Lo stesso magistrato che si è pronunciato già sulla vicenda. Una storia fatta di prostituzione andata avanti  per oltre quattro mesi, da gennaio a maggio del 2016, periodo nel quale la ragazzina convinta di poter guadagnare accudendo bambini si è ritrovata a dover garantire prestazioni sessuali a 450 uomini.

Due sorelle avevano messo il profilo della 15enne online e così adescavano clienti e una volta che raggiungevano l’abitazione le due maitresse si nascondevano in un armadio per controllare la ragazzina costringendo quest’ultima a mantenere il cellulare acceso durante il rapporto sessuale. Al giorno la 15enne doveva incontrare almeno 5 clienti. Davanti al giudice sono finiti 9 clienti assolti per mancanza di prove, mentre le due sorelle, di 30 e 35 anni, sono state condannate a 7 e 6 anni per prostituzione minorile

da Il Corriere della Città

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Revenge porn, due indagati per aver filmato e condiviso una ragazza durante un rapporto sessuale

La Procura di Rimini ha iscritto nel registro degli indagati due uomini di 32 anni accusati di diffusione illecita di immagini o video sessuale espliciti, il cosiddetto reato di "revenge porn". Secondo gli inquirenti, avrebbero condiviso in una chat il video di un rapporto sessuale consumato con una ventenne che avevano conosciuto la sera stessa in discoteca.

Secondo la ricostruzione di oggi de Il Resto del Carlino, in un primo momento i due giovani erano stati identificati dai carabinieri della compagnia di Riccione in quanto indiziati per violenza sessuale aggravata. Il sostituto procuratore Davide Ercolani, esaminate le immagini trovate sugli smartphone sequestrati, ha ritenuto di far decadere l’accusa più grave, per la quale verrà chiesta l’archiviazione. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il rapporto sessuale con la giovane sarebbe stato consenziente.

da Fanpage

Aspetta e spera... l'ambulanza! Ma Paula Onofrei c'è morta, nel a.d. 2022


Centocinquantasette sono i minuti che ha atteso Paula Onofrei prima di essere soccorsa dagli operatori di un'ambulanza. Sono oltre due ore e mezza di attesa, un tempo lunghissimo se ti senti male ed hai bisogno di cure. In quel lasso di tempo vengono effettuate quattro chiamate al 118. A chiedere aiuto è la sorella minore Rebecca, che si trova a casa con Paula. Due giorni prima era andata al pronto soccorso perché lamentava crampi addominali forti. Lì sospettano si tratti di una semplice colite e dopo ore di attesa in sala d'aspetto Paula decide di tornarsene a casa nonostante i dolori lancinanti.  La mattina del 23 luglio la sue condizioni precipitano e la sorella Rebecca decide di chiamare un'ambulanza.
da Fanpage

Torino, studentessa stuprata nel campus

 

Una studentessa è stata violentata la scorsa notte a Torino in una residenza universitaria dell'Edisu da un uomo che si sarebbe introdotto nella residenza poco dopo mezzanotte. Ora è ricoverata in ospedale. Sul caso indaga la polizia.

"Un episodio gravissimo che ci lascia sgomenti. Le forze dell'ordine stanno cercando il responsabile e hanno tutto il nostro sostegno. Esprimo la nostra vicinanza e la solidarietà alla giovane studentessa". E' il commento, via twitter, del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, all'aggressione di una giovane donna in una residenza universitaria del capoluogo piemontese.

E' originaria di Messina, ed è Torino per ragioni di studio, la giovane che ieri sera è stata aggredita in un residence universitario dell'Edisu nel capoluogo piemontese. L'Edisu ha messo una stanza a disposizione dei familiari, in arrivo a Torino dopo essere stati informati dell'episodio.

Ha sentito bussare alla porta e, credendo che fosse qualche altro studente, ha aperto. Questa, secondo quanto si apprende, è la prima ricostruzione dell'aggressione  ieri sera poco dopo la mezzanotte in un campus universitario. L'aggressore è un uomo che si sarebbe introdotto nel campus. A quanto pare aveva bussato anche ad altre porte.

da Ansa

 

Stupra la fidanzata e la minaccia, arrestato poi subito rilasciato il violentatore sessuale armato. Succede a Roma

 

Stupra la ex e le scrive "ti ammazzo, sono un delinquente": arrestato, il giudice lo rilascia

Il gip ha respinto la misura cautelare in carcere nei confronti di un 45enne denunciato dalla ex e indagato per stalking, violenza sessuale e possesso illecito di armi. 

Agli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Roma Prati lo scorso giovedì 6 ottobre la donna ha denunciato di aver subito violenze sessuali, insulti e minacce da parte dell'ex compagno coetaneo nell'arco temporale di due anni. I poliziotti lo hanno arrestato mentre era in un bar insieme alla donna. All'interno della sua automobile sottoposta a perquisizione gli agenti hanno trovato due coltelli. Finito in carcere a Regina Coeli con l'accusa dei reati di stalking, violenza sessuale e possesso illecito di armi, è stato poi rilasciato ed è libero, ma non può avvicinarsi alla ex. Nell'ultimo frangente dal racconto della donna sospettando che avesse un altro l'avrebbe minacciata, dicendole che se lo avesse scoperto avrebbe "messo sotto terra sia lei che lui" costringendola poi a baciarlo. Precedentemente l'avrebbe invece violentata, attirandola con una scusa in casa sua e minacciandola che se si fosse rifiutata, avrebbe pubblicato delle loro foto intime.
da Fanpage

La violenza sessuale quotidiana oggi è nel Sannio, e la vittima è un bambino di 12 anni. La professoressa di scuola arrestata

La preside ha fatto partire le indagini ed è subito scattata la denuncia. Non passa giorno ormai senza una violenza sessuale, su bambini o bambine innocenti. La preoccupazione ora è rivolta alla scuola

Abusi sessuali ai danni di un suo studente di appena dodici anni: è quanto viene contestato a un'insegnante della provincia di Benevento nei confronti della quale la Procura di Benevento, coordinata da Aldo Policastro, ha chiesto e ottenuto dal gip gli arresti domiciliari.

Il provvedimento cautelare è stato notificato all'indagata dai
carabinieri di Arpaia (Benevento).

Alla professoressa, che insegna in una scuola secondaria di primo grado, viene contestato il reato di violenza sessuale aggravata.

Le indagini sono scattate alla fine dello scorso mese di marzo dopo la denuncia della preside, seguita da quella dei genitori della giovanissima vittima.

 da Ansa

Una reiterazione ormai quotidiana quella della violenza sulle donne, lunedì a farne le spese una quattordicenne di Monza

La giovane stava parlando al telefonino con una sua amica quando si è sentita afferrare per un braccio. La 14enne è l'ennesima vittima di abusi sessuali a distanza di pochi giorni

Un uomo è stato arrestato a Monza per la violenza sessuale ai danni di una ragazza. La giovane, lunedì, stava parlando al telefonino con una sua amica quando si è sentita afferrare per un braccio da un uomo che l'ha spintonata contro una ringhiera e dopo averla bloccata prendendola per il collo ha iniziato a palpeggiarla sulle parti intime.

da Adnkronos

Da Milano con la droga. Così l'operazione di oggi smantella una storica banda criminale, Davide Flachi in manette


Spacciava cocaina (e non solo) sul territorio milanese e all'alba di oggi Davide Flachi e altre 12 persone sono state arrestate azzerando così la storica cosca che va avanti come eredità del boss ndrangheta Pepè Flachi 

Nell'ambito di una complessa attività investigativa convenzionalmente denominata "Metropoli - Hidden Economy", le investigazioni economico-finanziarie hanno permesso di ricostruire i flussi di danaro e rilevare come una carrozzeria, utilizzata dagli indagati anche per la riparazione di auto in danno di istituti assicurativi, ed un negozio di articoli sportivi, entrambi ubicati nella provincia di Milano e formalmente intestati a terzi soggetti, fossero in realtà riconducibili all'indagato principale: Davide Flachi.  Le indagini hanno altresì permesso di ricostruire le rotte dello stupefacente, con sequestri effettuati anche nel territorio svizzero, episodi estorsivi nei confronti dei clienti morosi ed un traffico di armi anche da guerra, quali mitragliatori Kalashnikov riforniti da cellule calabresi e balcaniche collegate. Sono in corso perquisizioni su tutto il territorio regionale con il supporto di altri Reparti e di mezzi aerei della Guardia di Finanza.

da Il Giorno

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