La seconda amministrazione Trump è entrata in azione, e con essa, una preoccupante ondata di rimozioni di pagine web governative. Migliaia di risorse informative, che spaziano dalla salute pubblica alla ricerca scientifica, fino ai diritti LGBTQ+, sono state cancellate, sollevando un polverone nel mondo dell'archivistica e dell'accesso all'informazione.
In questo scenario, l'Internet Archive si è attivato per salvare il salvabile. L'organizzazione non profit di San Francisco, celebre per la sua Wayback Machine, sta correndo contro il tempo per creare copie di backup di queste risorse digitali in via di sparizione. Mark Graham, direttore della Wayback Machine, sottolinea come la portata di questa "epurazione" sia senza precedenti, con la rimozione di migliaia di pagine, inclusa una sulla Costituzione degli Stati Uniti dal sito web della Casa Bianca.
Se da un lato è prassi che una nuova amministrazione riveda e modifichi le proprie risorse online, la velocità e l'ampiezza delle rimozioni operate dall'amministrazione Trump destano seria preoccupazione. L'Internet Archive, che archivia i siti web governativi federali ad ogni transizione presidenziale dal 2004, si trova di fronte a una sfida cruciale per preservare la memoria digitale e garantire l'accesso all'informazione pubblica.
Questa situazione solleva interrogativi importanti sulla trasparenza governativa, l'accesso all'informazione e la salvaguardia del patrimonio digitale in un'era in cui la disinformazione e la manipolazione dei dati sono all'ordine del giorno. Gli sforzi vengono concentrati ogni quattro anni, al cambio di amministrazione, i risultati sono raccolti su questo progetto EOT Archive (end of term archive).
Data purge: Internet Archive corre ai ripari nell'era Trump 2.0
Robert F. Kennedy Jr. è stato nominato a capo del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) dall’amministrazione statunitense[1]. La nomina ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto per le sue posizioni critiche nei confronti delle vaccinazioni e delle politiche sanitarie federali[1].
Votazione e reazioni
Il Senato degli Stati Uniti ha approvato la nomina di Robert F. Kennedy Jr. a ministro della Salute con 52 voti a favore e 48 contrari[3][4][5]. Nonostante lo scetticismo di Kennedy sui vaccini, ha ottenuto il sostegno di tutti i senatori repubblicani, ad eccezione di Mitch McConnell[2][3]. McConnell, sopravvissuto alla poliomielite, ha sottolineato l’importanza della vaccinazione[2][3].
Posizioni e priorità
Durante la sua campagna presidenziale, Kennedy Jr. aveva dichiarato che avrebbe dato priorità alla ricerca sulle malattie croniche e avrebbe temporaneamente sospeso la ricerca sulle malattie infettive presso il NIH per otto anni[2]. Crede che condizioni croniche come obesità, diabete, asma e alcuni tipi di cancro abbiano ricevuto meno attenzione rispetto alle malattie infettive, nonostante siano responsabili dell’aumento dei costi sanitari[2]. Kennedy Jr. ha espresso l’intenzione di concentrarsi sulla nutrizione, sostenendo che l’obesità è causata da “una tossina ambientale”[2].
Impatto e contesto politico
La nomina di Kennedy Jr. è vista come una vittoria per Trump e per il fronte anti-establishment statunitense[4]. La sua designazione come ministro della Salute ha causato un calo delle azioni dei colossi farmaceutici statunitensi[3]. Kennedy Jr. ha promesso “trasparenza radicale” e un ritorno al “gold standard della scienza” nel sistema sanitario statunitense[4].
Fonti:
[1] https://www.sanita33.it/governo-e-parlamento/4878/il-senato-usa-approva-nomina-robert-f-kennedy-jr-alla-sanita.html
[2] https://www.startmag.it/sanita/cosa-fara-robert-f-kennedy-jr-alla-salute-usa/
[3] https://tg.la7.it/esteri/usa-kennedy-jr-confermato-ministro-salute-mcconnell-vota-contro-13-02-2025-231967
[4] https://www.fedaiisf.it/en/robert-kennedy-jr-ha-giurato-come-nuovo-segretario-alla-salute-usa/
[5] https://www.rsi.ch/info/mondo/La-Sanità-USA-nelle-mani-di-Robert-Kennedy-Jr--2592030.html
[6] https://stream24.ilsole24ore.com/video/mondo/usa-robert-kennedy-jr-e-nuovo-segretario-salute/AGSd5nsC
[7] https://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/economia/usa-kennedy-jr-alla-salute-sara-svolta-nel-piatto/
No-vax Kennedy Jr nominato Segretario del Dipartimento della Salute e Servizi Umani (HHS)
Secondo nuove rivelazioni, l'ex presidente Donald Trump non avrebbe tenuto alcuna riunione formale o discussione strategica specifica riguardante un piano di presa di Gaza prima di annunci pubblici in merito. La notizia, che ha scosso gli ambienti politici, solleva interrogativi sulla preparazione e la ponderazione dietro dichiarazioni così delicate e potenzialmente destabilizzanti per la regione mediorientale.
Fonti interne anonime suggeriscono che l'annuncio a sorpresa potrebbe essere stato il risultato di decisioni estemporanee, senza il vaglio di esperti di politica estera o di sicurezza nazionale. Questo approccio solleva preoccupazioni sull'impatto delle dichiarazioni presidenziali sulla stabilità regionale e sulla politica internazionale degli Stati Uniti.
L'assenza di un processo decisionale strutturato in merito a questioni così complesse potrebbe avere ripercussioni significative sulle relazioni diplomatiche e sulla percezione degli Stati Uniti come mediatore affidabile nel conflitto israelo-palestinese. Critici sottolineano come tali improvvisazioni possano minare la credibilità della politica estera americana e complicare ulteriormente la già tesa situazione nella regione.
Mentre i sostenitori dell'ex presidente difendono la sua
capacità di agire rapidamente e in modo decisivo, gli oppositori
esprimono preoccupazione per la mancanza di trasparenza e di
consultazione in decisioni di tale portata. Resta da vedere quali
saranno le conseguenze a lungo termine di questa rivelazione e come
influenzerà il futuro delle relazioni tra Stati Uniti, Israele e
Palestina.
Rapporti indicano: nessun meeting di Trump sul piano di presa di Gaza prima dell'annuncio
L'inaugurazione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti ha suscitato reazioni contrastanti a livello globale, segnando un momento cruciale nelle relazioni internazionali. Il 20 gennaio 2025, il mondo si è preparato per il ritorno di Trump al potere, un evento che ha attirato l'attenzione di leader e politici da diverse nazioni.
Un'inaugurazione globale
Contrariamente alla tradizione, l'inaugurazione ha visto la partecipazione di diversi leader populisti di destra, tra cui Javier Milei dall'Argentina e Giorgia Meloni dall'Italia. Questa scelta ha sollevato interrogativi sulla direzione della politica estera statunitense e sulle alleanze strategiche in America Latina. Secondo il giornalista messicano Salvador Garcia Soto, l'atmosfera è caratterizzata da "aspettativa, preoccupazione e incertezza", con segnali diplomatici poco incoraggianti per il Messico.Reazioni internazionali
Messico: La situazione è tesa, con il governo messicano che non è riuscito a stabilire contatti con i funzionari dell'amministrazione Trump in arrivo. Le minacce di dazi doganali da parte di Trump hanno alimentato ulteriormente le preoccupazioni.
Cina: I media statali cinesi hanno espresso un cauto ottimismo, vedendo nell'amministrazione Trump un'opportunità per un "nuovo punto di partenza" nelle relazioni sino-americane. Tuttavia, la Cina è consapevole delle sfide economiche interne e teme un'escalation del conflitto commerciale.
Russia: Il presidente russo Vladimir Putin ha congratulato Trump e ha manifestato disponibilità a comunicare direttamente con gli Stati Uniti. Questo segnale di apertura rappresenta un cambiamento rispetto a una posizione più ostile espressa in passato.
Arabia Saudita: Riyadh spera di rafforzare la propria posizione diplomatica sotto la seconda amministrazione Trump, mirando a una relazione più paritaria con gli Stati Uniti. L'Arabia Saudita si propone come una potenza emergente nel Medio Oriente e cerca di espandere gli Accordi di Abramo.
Germania: In Europa, la reazione è mista; molti associano il ritorno di Trump alla paura, mentre altri vedono in lui una figura capace di portare cambiamenti positivi. Questo divario evidenzia l'isolamento della visione europea nei confronti di Trump e suggerisce che egli entri nel suo secondo mandato con un significativo capitale di fiducia sia a livello nazionale che internazionale.
Corea del Sud: La Corea del Sud affronta una situazione politica instabile, con la leadership attuale sotto pressione. Le incertezze politiche potrebbero complicare le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti, specialmente se si dovesse verificare un cambio di governo.
Le reazioni nel mondo sull'insediamento di Trump
Diverse grandi aziende che operano negli Stati Uniti stanno abbandonando le politiche di Diversity, Equity, and Inclusion (DEI), mentre le istituzioni educative continuano a promuovere tali iniziative
Lunedì McDonald's è diventata l'ultima grande azienda americana a invertire alcune delle sue politiche sulla diversità. Nel corso di circa un anno, almeno 25 aziende hanno allentato le loro politiche DEI a causa delle pressioni
Ecco un elenco delle aziende che hanno rivisto o annullato le loro politiche DEI o ridotto il personale per i loro programmi: American Airlines, Boeing, Caterpillar, CNN, Coors, DoorDash, Ford, Google, Harley-Davidson, il proprietario di Jack Daniels Brown Forman, John Deere, Lowe's, Lyft, McDonald's, Microsoft, Nissan, Polaris, Snapchat, Stanley Black & Decker, Tesla, Toyota, Tractor Supply Co., Walmart, Wayfair, Zoom
L’elenco delle grandi aziende che abbandonano le politiche di diversità e inclusione (DEI) continua a crescere
Normalmente, la Groenlandia è un posto che viene ampiamente ignorato dal resto del mondo, ma a quanto pare Donald Trump è molto serio riguardo all'acquisizione. Allora perché Trump la desidera così tanto?
La verità è che tutto si riduce alle risorse naturali. In particolare, la Groenlandia ha un sacco di petrolio. La Groenlandia ha alcune delle più grandi risorse petrolifere rimanenti al mondo. Nel 2001, l'U.S. Geological Survey ha scoperto che le acque al largo della Groenlandia nord-orientale potevano contenere fino a 110 miliardi di barili di petrolio e nel 2010 la società petrolchimica britannica Cairns Oil ha segnalato "le prime indicazioni concrete" di depositi di petrolio commercialmente redditizi.
Gli Stati Uniti consumano in media circa 20 milioni di barili di petrolio al giorno. Quindi 110 miliardi di barili sono una quantità seria di petrolio.
E si scopre anche che i cinesi sono molto interessati agli elementi delle terre rare che sono sepolti sotto la terra in Groenlandia. Infatti, una particolare area della Groenlandia ospita uno dei più grandi depositi non sviluppati di elementi delle terre rare al mondo al di fuori della Cina. Si stima che ci siano più di 38 milioni di tonnellate di depositi di terre rare in Groenlandia
Qual è il valore economico della Groenlandia e perché Trump la desidera così tanto?
Claudia Sheinbaum, la presidente del Messico, ha risposto in modo sarcastico alla proposta di Donald Trump di rinominare il Golfo del Messico in "Golfo d'America". Durante una conferenza stampa, Sheinbaum ha suggerito che, se il golfo dovesse cambiare nome, anche il continente nordamericano dovrebbe essere ribattezzato “América Mexicana”, citando un documento fondativo del 1814 che lo definiva così. Con un tono ironico, ha aggiunto: “Suona bene, vero?”.
Questa interazione non è solo un episodio di umorismo politico, ma riflette anche le tensioni e le dinamiche future tra i due leader. Mentre Sheinbaum si prepara ad affrontare la presidenza di Trump, è importante notare che il suo predecessore, Andrés Manuel López Obrador, era riuscito a stabilire un rapporto collaborativo con Trump, nonostante le sue politiche populiste. Tuttavia, Sheinbaum, scienziata e di orientamento politico di sinistra, potrebbe non avere lo stesso approccio amichevole.
L'ironia della risposta di Sheinbaum ha rapidamente fatto il giro dei social media, suggerendo che l'umorismo potrebbe essere una strategia per affrontare Trump. Brian Winter, vicepresidente del Council of the Americas, ha commentato che l'umorismo può proiettare forza e potrebbe essere una scelta giusta in questa situazione. Tuttavia, ha avvertito che le questioni più gravi come immigrazione e commercio richiederanno un coinvolgimento serio da parte del Messico.
Inoltre, Sheinbaum ha già adottato una posizione ferma riguardo alle minacce di Trump di imporre tariffe del 25% sulle importazioni messicane. Ha avvertito che qualsiasi tassa sarebbe inaccettabile e causerebbe inflazione e perdita di posti di lavoro in entrambi i paesi. D'altra parte, ha mostrato una certa apertura nel gestire la questione dell'immigrazione, affermando che il Messico potrebbe accettare deportati da altri paesi con alcune limitazioni.
Messico risponde sarcastico a proposta di Trump su "Golfo d'America"

In una mossa che segna un cambio di rotta significativo, Meta, la società madre di Facebook e Instagram, ha annunciato la fine del suo programma di fact-checking negli Stati Uniti. La decisione, comunicata dal CEO Mark Zuckerberg, si allinea alle priorità politiche dell’amministrazione Trump, che si appresta a tornare alla Casa Bianca.
“Elimineremo i fact-checker che hanno dimostrato di essere troppo politicamente faziosi, distruggendo più fiducia di quanta ne abbiano generata, soprattutto negli Stati Uniti,” ha dichiarato Zuckerberg in un post ufficiale. Al posto del programma di verifica dei fatti, Meta introdurrà un sistema di “Community Notes” simile a quello adottato da X (ex Twitter), inizialmente negli Stati Uniti.
La notizia ha suscitato immediatamente reazioni, con Elon Musk, proprietario di X e da tempo critico verso i sistemi di moderazione tradizionali, che ha accolto la novità con entusiasmo. “È fantastico,” ha scritto Musk su X, evidenziando come questa decisione rispecchi le sue critiche verso i fact-checker, accusati di operare come strumenti di censura.
Le critiche di Trump e il nuovo corso di Meta
Donald Trump, presidente eletto, ha espresso soddisfazione per la mossa di Meta, attribuendola in parte alle sue dichiarazioni passate contro Zuckerberg. Rispondendo a una domanda dei giornalisti nella sua residenza di Mar-a-Lago, Trump ha affermato: “Probabilmente, sì,” quando gli è stato chiesto se la decisione fosse una risposta diretta alle sue minacce nei confronti del CEO di Meta.
Trump è stato un acceso critico di Zuckerberg e di Meta negli ultimi anni, accusando l’azienda di parzialità politica e di aver preso di mira le voci conservatrici. L’ex presidente era stato bandito da Facebook dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, per poi essere riammesso sulla piattaforma all’inizio del 2023.
“Le elezioni recenti rappresentano un punto di svolta culturale verso una nuova priorità data alla libertà di espressione rispetto alla moderazione,” ha dichiarato Zuckerberg, lasciando intendere che la decisione di eliminare il fact-checking riflette un cambio di paradigma all’interno dell’azienda.
Un clima di tensione politica
La scelta di Meta arriva in un contesto di forte polarizzazione politica. I programmi di fact-checking sono stati a lungo oggetto di critiche da parte dei conservatori, che li hanno accusati di prendere di mira in modo sproporzionato le voci della destra. Stati come la Florida e il Texas hanno già proposto leggi per limitare la moderazione dei contenuti online, consolidando ulteriormente l’idea che le piattaforme debbano garantire maggiore neutralità.
Il gesto di Zuckerberg è stato interpretato anche come un tentativo di ricucire i rapporti con Trump, dopo anni di tensioni. Non è passato inosservato, infatti, il recente contributo di un milione di dollari da parte di Zuckerberg al fondo per l’inaugurazione presidenziale di Trump.
L’eco nella Silicon Valley
La decisione di Meta sembra rispecchiare un cambiamento più ampio nella Silicon Valley, dove piattaforme come X hanno già adottato approcci meno restrittivi alla moderazione dei contenuti. Musk, da parte sua, ha definito il sistema di fact-checking “un ostacolo alla libertà di parola”, sostenendo che i nuovi strumenti basati sulle note della comunità siano più trasparenti e meno divisivi.
La fine del programma di fact-checking da parte di Meta rappresenta dunque un punto di svolta nel dibattito sul ruolo delle grandi piattaforme tecnologiche nella gestione della libertà di espressione e della moderazione dei contenuti. Resta da vedere come questa scelta influirà sul panorama politico e sociale statunitense, già fortemente polarizzato.
Meta elimina i fact-checker negli Stati Uniti: le reazioni di Trump e Musk
L'Italia si trova al centro di un acceso dibattito politico riguardo a un potenziale accordo da 1,5 miliardi di euro con SpaceX,
l'azienda di Elon Musk, per la fornitura di servizi di
telecomunicazione sicuri. Si legge SpaceX, ma è presumibilmente una cattiva interpretazione dell'accordo. E' molto più plausibile che tale servizio venga erogato da Starlink, sempre di proprietà di Elon Musk.
Questo progetto, che prevede un sistema di comunicazioni criptato per il governo e le forze armate, ha suscitato preoccupazioni significative in merito alla sicurezza nazionale e alla sovranità digitale.
L'accordo è emerso in seguito alla recente visita della premier Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, dove ha incontrato il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo le indiscrezioni, l'incontro avrebbe accelerato le trattative, che fino a quel momento erano in fase di stallo. Tuttavia, il governo italiano ha smentito che siano stati firmati contratti definitivi con SpaceX, definendo le discussioni come normali interlocuzioni con aziende che offrono servizi di comunicazione protetta.
La proposta di affidare a una società americana la gestione di servizi telecomunicativi così sensibili ha sollevato interrogativi tra i politici italiani. I membri del Partito Democratico hanno espresso forte preoccupazione, sottolineando che l'operazione potrebbe compromettere la sicurezza delle comunicazioni governative e militari. Secondo loro, tali servizi dovrebbero essere forniti da aziende italiane o europee, piuttosto che da un'entità esterna come SpaceX.
In un contesto geopolitico complesso, la scelta di collaborare con una compagnia statunitense per la gestione delle telecomunicazioni solleva interrogativi sulla protezione dei dati e sulla vulnerabilità delle infrastrutture critiche. Con l'aumento delle minacce informatiche e dei conflitti globali, la sicurezza delle telecomunicazioni diventa un tema cruciale per la stabilità nazionale. Il governo italiano deve ora affrontare non solo le preoccupazioni politiche interne ma anche le implicazioni più ampie di una tale alleanza strategica con una potenza straniera.
È fondamentale che venga fornita chiarezza su questo accordo e che venga garantita la protezione degli interessi nazionali in un settore così delicato come quello delle telecomunicazioni.
Giorgia Meloni in visita a Mar-a-Lago, serve anche per consegnare telecomunicazioni di difesa agli Stati Uniti e Musk
La presidente dell'Honduras, Xiomara Castro, ha recentemente sollevato un acceso dibattito politico con le sue dichiarazioni riguardanti la cooperazione militare con gli Stati Uniti, in risposta alle minacce di deportazione di massa da parte del presidente eletto Donald Trump. Durante un discorso trasmesso in diretta nazionale il 1° gennaio, Castro ha affermato che se Trump dovesse attuare le sue promesse di espulsioni massicce, il suo governo sarebbe costretto a riconsiderare le politiche di cooperazione militare con Washington.
Una posizione chiara contro le deportazioni
Castro ha sottolineato che la presenza militare statunitense in Honduras, mantenuta senza alcun compenso per decenni, non avrebbe più giustificazione in caso di espulsioni di massa. "Di fronte a un atteggiamento ostile di espulsione dei nostri fratelli, dovremmo considerare un cambiamento delle nostre politiche di cooperazione con gli Stati Uniti, specialmente in ambito militare," ha dichiarato la presidente. Ha inoltre espresso la speranza che l'amministrazione Trump si dimostri aperta al dialogo.
Reazioni interne e internazionali
Le dichiarazioni di Castro hanno suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico honduregno. Jorge Cálix, un potenziale candidato presidenziale per il Partito Liberale, ha criticato la presidente, affermando che le sue parole mettono "l'Honduras in grave pericolo" per motivi personali e ideologici. Anche Olban Valladares, analista politico e aspirante candidato per il Partito Innovazione e Unità, ha espresso il suo disappunto, sottolineando che l'Honduras non ha la capacità di minacciare gli Stati Uniti e che tali affermazioni potrebbero rendere i migranti honduregni obiettivi ancora più vulnerabili per l'amministrazione Trump.
Un contesto geopolitico complesso
La principale presenza militare degli Stati Uniti in Honduras si trova alla base aerea Soto Cano, utilizzata per missioni umanitarie e anti-droga in Centro America. La situazione attuale mette in evidenza le tensioni tra i due paesi e solleva interrogativi sulle future relazioni bilaterali. Mentre il Dipartimento della Difesa statunitense si è astenuto dal commentare le dichiarazioni di Castro, il silenzio dell'ambasciata americana in Honduras potrebbe indicare una strategia di attesa rispetto agli sviluppi futuri.
In questo clima incerto, l'Honduras si trova a dover navigare tra le proprie esigenze interne e le pressioni esterne, mentre il mondo osserva attentamente come si evolverà questa delicata situazione politica.
L'Honduras mette in discussione la cooperazione militare con gli Stati Uniti, in risposta alle proposte di Trump su deportazioni di massa
Un gruppo di attivisti ha lanciato una petizione destinata al Congresso degli Stati Uniti per opporsi fermamente a qualsiasi tentativo di ridurre o privatizzare il programma di Sicurezza Sociale. L'iniziativa, promossa dalla piattaforma Demand Progress, sottolinea i rischi derivanti da potenziali tagli ai benefici e richiama l'attenzione sull'importanza di proteggere uno dei pilastri del welfare americano.
Il contesto della petizione
Secondo gli organizzatori, l'iniziativa nasce dalla preoccupazione per le dichiarazioni del Partito Repubblicano, che ha dichiarato che "nulla è sacro" quando si parla di contenere la spesa pubblica. In particolare, l'attenzione si è concentrata sul ruolo che Elon Musk potrebbe ricoprire in un'ipotetica futura amministrazione Trump. Musk avrebbe espresso il sostegno a politiche di "dure restrizioni economiche" e di privatizzazione di alcuni servizi chiave.
Il rischio della privatizzazione e dei tagli
Il cuore della petizione denuncia l'idea di creare un "Department of Government Efficiency" (DOGE), che gli attivisti definiscono come uno strumento volto a smantellare i programmi di supporto essenziali. Questo scenario potrebbe avere conseguenze dirette su milioni di cittadini americani, molti dei quali dipendono dalla Sicurezza Sociale per mantenere una qualità di vita dignitosa.
Gli attivisti sottolineano che l'approccio proposto da Musk e dai suoi alleati rischia di trasformare un sistema costruito sulla solidarietà in un modello orientato al profitto, con conseguenze particolarmente gravi per le fasce più deboli della popolazione.
L'appello al Congresso
La petizione invita i legislatori a bloccare qualsiasi piano che metta in pericolo la Sicurezza Sociale e a opporsi a qualunque tentativo di privatizzazione. Gli organizzatori fanno appello alla sensibilità del Congresso, sottolineando come la Sicurezza Sociale abbia garantito stabilità economica a generazioni di americani e che qualsiasi taglio rappresenterebbe un grave passo indietro.
Come partecipare
I cittadini interessati possono firmare la petizione attraverso il sito ufficiale di Demand Progress, ribadendo così l'importanza di mantenere la Sicurezza Sociale intatta.
"Non possiamo lasciare che miliardari e interessi politici distruggano ciò che è stato costruito per garantire una vita dignitosa a milioni di persone," affermano gli organizzatori.
Petizione contro Musk e i tagli alla sicurezza sociale in USA
La cina come priorità strategica
La Cina è vista come un avversario che non solo possiede una notevole capacità economica e militare, ma che ha anche intrapreso un'azione strategica per sostituire l'ordine mondiale liberale stabilito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Michael Waltz, scelto da Trump come consigliere per la sicurezza nazionale, ha affermato che gli Stati Uniti sono in una vera e propria corsa agli armamenti con la Cina, un avversario unico nella storia americana.Opzioni di politica estera
Trump si troverà di fronte a scelte difficili: da un lato, potrebbe optare per un approccio più aggressivo, aumentando le sanzioni e le pressioni militari su Pechino; dall'altro, potrebbe cercare di negoziare accordi commerciali che potrebbero essere visti come una capitolazione dai falchi del suo partito. Questa dualità di approcci potrebbe complicare ulteriormente le sue relazioni con i consiglieri più bellicosi.Taiwan: il punto di rottura
Uno dei temi più critici sarà il futuro di Taiwan. La crescente indipendenza dell'isola e le minacce di invasione da parte della Cina rappresentano un potenziale punto di conflitto che potrebbe coinvolgere direttamente gli Stati Uniti. La politica della "strategic ambiguity" (ambiguità strategica) degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan potrebbe essere messa in discussione, con alcuni consiglieri che spingono per una maggiore chiarezza strategica e un impegno diretto a difendere l'isola in caso di attacco cinese.Guerra commerciale o coesistenza economica?
Le tariffe imposte durante il primo mandato di Trump rappresentano un altro aspetto cruciale delle sue future politiche. Con l'intenzione di aumentare le tariffe su tutti i prodotti cinesi fino al 60%, Trump dovrà bilanciare la pressione economica su Pechino con il rischio di ritorsioni che potrebbero colpire l'economia americana. L'atteggiamento aggressivo verso la Cina potrebbe portare a una guerra commerciale devastante, mentre un approccio più pragmatico potrebbe favorire una coesistenza economica più stabile.In sintesi, Trump si troverà a dover prendere decisioni fondamentali su come gestire le relazioni con la Cina. Le sue scelte influenzeranno non solo gli equilibri geopolitici ma anche l'economia globale e la sicurezza internazionale. Le tensioni già esistenti potrebbero intensificarsi se non verranno gestite con attenzione, rendendo il suo secondo mandato cruciale per il futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Cina.
USA/Oriente: il dilemma Cina per Trump
L'eletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato accolto da cori di tifosi sabato sera al Madison Square Garden di New York, dove ha assistito al match di pesi massimi dell'Ultimate Fighting Championship (UFC).
Trump è entrato nell'arena poco prima dell'inizio della partita
principale, accompagnato dall'amministratore delegato dell'UFC Dana
White, che è stato un sostenitore di spicco della sua campagna
elettorale.
Trump accolto con entusiasmo al match di UFC a New York
Durante una manifestazione in Wisconsin, la vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato che uno degli obiettivi principali della sua presidenza sarà rafforzare la classe media, affermando che una classe media forte rende forte l'America.
Allo stesso modo, l'ex presidente Donald Trump ha promesso di aiutare la classe media, criticando l'inflazione sotto l'amministrazione Biden che, secondo lui, sta distruggendo la classe media.
Harris e Trump, come molti candidati politici a partire da Bill Clinton nelle elezioni del 1992, si rivolgono alla classe media, che rappresenta una vasta parte della nazione. Non esiste una definizione rigida della classe media, ma si basa più sull'autoidentificazione, con oltre la metà degli americani che si considera parte di essa, secondo un recente sondaggio Gallup.
Harris e Trump puntano sulla classe media nelle elezioni presidenziali
Trump elogia Bitcoin e prevede il suo sorpasso sull'oro
Al Bitcoin 2024 Conference, Donald Trump ha definito Bitcoin una meraviglia dell'ingegno umano. Ha aggiunto che un giorno Bitcoin supererà l'oro in capitalizzazione e che gli Stati Uniti dovrebbero diventare la capitale mondiale delle criptovalute.
Trump: Bitcoin supererà l'oro e gli USA dovranno essere la capitale cripto
Biden appoggia Harris per la nomina democratica alla presidenza
Secondo un sondaggio Ipsos, in un possibile confronto tra Kamala Harris e l'ex presidente Donald Trump, Harris e Trump sono quasi pari, con il 42% che sostiene Harris e il 43% Trump.
Candidati Potenziali:
- Gov. Gretchen Whitmer: Rieletta nel 2022, è vista come una possibile candidata democratica nel 2028. Ha risposto alle critiche dei repubblicani, compreso Trump, sulle sue politiche durante la pandemia.
- Gov. Gavin Newsom: Ha vinto con successo un'elezione di richiamo lo scorso anno. Sostiene fermamente i diritti delle donne, l'immigrazione e l'economia. Nel sondaggio Ipsos, Newsom ha ottenuto il 39% contro il 42% di Trump; nel sondaggio CNN, il 43% contro il 48% di Trump.
- Gov. Andy Beshear: Considerato una stella nascente nel sud dopo essere stato rieletto in Kentucky, uno stato fortemente repubblicano.
- Gov. J.B. Pritzker: È stato un sostenitore vocale di Biden fin dall'inizio della campagna del 2024 e ha costantemente criticato Trump per le sue politiche di estrema destra e le sue condanne penali.
- Sec. Pete Buttigieg: È stato una stella nascente delle primarie democratiche del 2020, sia durante la campagna elettorale che nei dibattiti.
- Michelle Obama: Nonostante abbia ripetutamente dichiarato di non essere interessata a candidarsi, il suo nome continua a emergere come potenziale candidata.
Potenziali candidati democratici per le presidenziali del 2028
Donald Trump ha annunciato di aver scelto il senatore dell'Ohio J.D. Vance come suo compagno di corsa.
Vance condivide le posizioni fortemente interventiste di Trump in politica estera. Ha criticato Biden per aver "micromanaged" la guerra di Israele a Gaza e sostiene che il governo israeliano debba "portare a termine il lavoro". Nonostante le critiche al record neoconservatore in Medio Oriente, Vance supporta una visione di alleanza tra Israele e stati a guida musulmana sunnita, sostenuta dalla potenza militare statunitense per "poliziare" la regione.
L'atteggiamento interventista di Vance si estende anche all'Asia orientale. Ha giustificato la sua opposizione agli aiuti all'Ucraina con la necessità di concentrare le risorse degli Stati Uniti sul contenimento della Cina, criticando Biden per non aver fatto abbastanza in questo ambito.
Inoltre, il senatore ha espresso supporto per azioni militari contro i cartelli della droga in Messico. In un'intervista del 2023, ha dichiarato di voler autorizzare il presidente degli Stati Uniti, sia democratico che repubblicano, a utilizzare la forza militare contro questi cartelli.
Vance rafforza la politica estera di Trump con una linea dura
Elon Musk, CEO di Tesla, ha promesso di donare $45 milioni al mese a un super comitato di azione politica (PAC) a sostegno della rielezione dell'ex Presidente Donald Trump.
La donazione è stata fatta a favore dell'America PAC, un gruppo formato a giugno con l'obiettivo di finanziare la campagna presidenziale di Trump. Questa mossa rappresenta un significativo intervento politico da parte dell'uomo più ricco del mondo. Musk ha reso pubblica la sua donazione pochi giorni prima di esprimere ufficialmente il suo sostegno a Trump, nonostante avesse precedentemente dichiarato di non voler finanziare né Trump né il Presidente Joe Biden nella loro probabile rivincita elettorale. Musk ha una storia di donazioni a entrambi i partiti, identificandosi come indipendente per aumentare la sua influenza tra i politici.
Elon Musk sostiene Trump con una donazione da $45 milioni al mese
Dopo il tentato omicidio di Trump, Biden lancia un appello all'unità nazionale:
- Messaggio di Unità: Il Presidente Joe Biden ha rivolto tre discorsi alla nazione dopo il tentato omicidio del suo rivale politico Donald Trump, sottolineando l'importanza di risolvere pacificamente le differenze politiche. Ha ordinato alle forze di sicurezza di garantire un adeguato livello di sicurezza alla convention del Partito Repubblicano.
- Nuova Enfasi sui "Fattori Stranieri": Biden ha introdotto un nuovo accento nei suoi discorsi, avvertendo che le divisioni interne avvantaggiano gli "attori stranieri". Pur non potendo incolpare direttamente Mosca o Pechino, ha sottolineato che la disinformazione e le divisioni sono alimentate da interessi stranieri.
- Appello alla Coesione: Biden ha esortato gli americani a uscire dal ciclo di ascoltare solo chi condivide le loro opinioni e ha evidenziato la necessità di contrastare la disinformazione per evitare che le divisioni interne siano sfruttate da potenze straniere.
Conclusione: Biden chiede unità e vigilanza contro le influenze esterne che minano la coesione nazionale.