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Nigeria: sequestrate 2 tonnellate di scaglie di pangolino, arrestato un trafficante di fauna selvatica

In un’operazione cruciale contro il traffico di fauna selvatica, le autorità nigeriane hanno sequestrato oltre 2 tonnellate di scaglie di pangolino e arrestato un sospetto collegato a reti di commercio illegale. Questo intervento, realizzato il 5 dicembre grazie all’intelligence fornita dalla Wildlife Justice Commission (WJC), rappresenta un duro colpo per i trafficanti transnazionali operanti in Nigeria, in particolare nella zona di Lagos.

Il pangolino, mammifero tra i più trafficati al mondo, è vittima della domanda di scaglie utilizzate nella medicina tradizionale, nonostante la mancanza di evidenze scientifiche sui presunti benefici medicinali. L’impegno congiunto tra il Servizio Doganale Nigeriano (NCS) e la WJC, avviato nel 2021, ha condotto a 16 operazioni, 35 arresti, 12 condanne e al sequestro di oltre 21.500 tonnellate di scaglie di pangolino e più di una tonnellata di avorio.

Questa operazione non solo indebolisce le reti criminali, ma dimostra l’impegno della Nigeria nella lotta contro i crimini ambientali e nella protezione delle specie a rischio. Olivia Swaak-Goldman, Direttrice della WJC, ha sottolineato il valore di tali azioni nel rafforzare le capacità di applicazione della legge e nel creare rischi significativi per i trafficanti lungo l’intera catena.

È fondamentale che la comunità internazionale sostenga queste iniziative, promuovendo legislazioni più rigide e collaborazioni transnazionali per proteggere la biodiversità globale. Solo con sforzi coordinati potremo garantire la conservazione delle specie minacciate e interrompere il ciclo del commercio illegale di fauna selvatica.

 

nuke 21.12.24
La CNN indaga se l'uomo abbia fornito una "falsa identità" nel drammatico rapporto sulla prigione siriana

Un recente reportage di Clarissa Ward per CNN ha rivelato la drammatica scoperta di circa 35 corpi all'interno di un ospedale militare a Damasco, pochi giorni dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Questi resti, identificati come tra le ultime vittime della brutalità del regime, portano con sé il peso del dolore e della sofferenza di famiglie che da anni cercano notizie dei loro cari scomparsi.

La scoperta dei corpi

Le immagini strazianti dei corpi martoriati, esposti in una morgue, raccontano storie di torture e abusi sistematici. Le vittime, probabilmente prigionieri provenienti dal famigerato carcere di Saydnaya, sono state trovate in condizioni raccapriccianti. Una donna presente ha gridato disperatamente: "Dove sono? Mia madre è scomparsa da 14 anni". Questo grido rappresenta il dolore collettivo di chi ha perso qualcuno senza mai avere risposte.

Testimonianze e condanna

All'interno della morgue, i corpi sono identificati solo tramite numeri, mentre i familiari cercano volti familiari illuminando le immagini con i loro telefoni. Dr. Ahmed Abdullah, un membro dello staff della morgue, ha denunciato le atrocità inflitte dal regime: "Anche nel Medioevo non si conoscevano torture simili". Le testimonianze di ex detenuti confermano questo orrore, descrivendo abusi fisici e psicologici che hanno segnato per sempre le loro vite.

Le prove delle atrocità

La documentazione delle atrocità commesse dal regime è vasta. Nel 2014, un defector ha smesso quasi 27.000 immagini che documentano le condizioni disumane dei detenuti. Un rapporto delle Nazioni Unite ha rivelato che il regime ha sepolto decine di migliaia di persone in fosse comuni e ha costruito un crematorio a Saydnaya per eliminare le prove dei crimini.

Un futuro incerto per le famiglie

Con la caduta del regime, le famiglie si riuniscono intorno alla morgue in cerca di risposte. Molti sperano che le indagini sulle registrazioni ufficiali possano finalmente svelare la verità su ciò che è accaduto ai loro cari. I graffiti lasciati dai detenuti nelle celle sotterranee raccontano storie di speranza e disperazione, segnando un desiderio profondo di essere ricordati. Questo reportage non solo mette in luce la brutalità del regime di Assad ma offre anche uno spaccato umano della crisi siriana, dove la ricerca della verità continua a essere una battaglia fondamentale per le famiglie delle vittime.

 

nuke 17.12.24
Scandalo ai mondiali di Fitness: atleta lituana squalificata per una maglietta contro la Russia

A Budapest, durante i Mondiali di Fitness, l'atleta lituana Körnelija Düdaitė è stata squalificata per aver indossato una maglietta con la scritta "Make Russia small again" ("Rendiamo la Russia di nuovo piccola"). Con questo gesto, Düdaitė voleva manifestare solidarietà all'Ucraina e denunciare l'aggressione russa.

La protesta della campionessa non si è fermata alla maglietta: ha sfilato con una bandiera ucraina, invitando tutti a combattere per i propri ideali, proprio come fa l'Ucraina nella sua lotta per la libertà. Tuttavia, la Federazione Internazionale di Fitness Funzionale (IF3) non ha tollerato il messaggio, definendolo "antisportivo" e imponendo la squalifica per la Düdaitė. La decisione ha messo a rischio la partecipazione dell'intera squadra lituana, che ha infine deciso di ritirarsi in segno di solidarietà con la propria compagna.

Sul suo profilo social, Düdaitė ha commentato: "Hanno detto che la mia partecipazione offende i russi. Spero che l'Ucraina vinca e li offenda veramente."

Un gesto coraggioso che ha acceso il dibattito su politica e sport, in un contesto internazionale sempre più teso.

 

nuke 15.12.24
Jay-Z e Diddy coinvolti in un caso di violenza sessuale su minori

Jay-Z e Diddy sono stati accusati di aver violentato una teenager in una causa civile. Secondo i documenti presentati in tribunale, l'incidente sarebbe avvenuto nel 1991, quando la presunta vittima aveva solo 17 anni. 

La denuncia sostiene che entrambi gli artisti avrebbero abusato della giovane in un hotel di New York. La causa ha suscitato un grande scalpore nel mondo della musica e tra i fan dei due rapper, noti per il loro impatto significativo nella cultura hip-hop. 

Le accuse di violenza sessuale sono estremamente gravi e potrebbero avere conseguenze legali e reputazionali per entrambe le star. Attualmente, non ci sono state dichiarazioni ufficiali da parte di Jay-Z o Diddy riguardo a queste accuse. 

La situazione continua a svilupparsi, e molti attendono ulteriori aggiornamenti su questo caso controverso.

nuke 9.12.24
Biden avverte su possibilità di non ritorno per il clima

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha elogiato sabato l'accordo COP29 come un "passo significativo" nella lotta al riscaldamento globale e ha promesso l'impegno continuo dell'America nonostante lo scetticismo sul clima del suo successore, Donald Trump.

"Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per raggiungere i nostri obiettivi climatici, il risultato odierno ci avvicina di un passo significativo", ha detto Biden

nuke 24.11.24
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