Amazon continua le pressioni sui venditori terzi: ultima stretta, rimborso parziale da marzo 2025

Amazon ha recentemente annunciato un cambiamento significativo nella sua politica di rimborso per i venditori di terze parti, suscitando preoccupazioni e critiche all'interno della comunità dei venditori. Questo cambiamento si inserisce in un contesto più ampio di crescente pressione economica su questi venditori, che rappresentano oltre il 60% delle vendite sulla piattaforma.

Aumento delle commissioni e pressione sui venditori

Negli ultimi dieci anni, Amazon ha progressivamente aumentato la sua quota sui ricavi dei venditori, passando dal 19% nel 2014 al 45% nella prima metà del 2023. Nel 2023, Amazon ha incassato ben 140 miliardi di dollari dai venditori di terze parti. Le commissioni per i servizi di logistica e spedizione sono aumentate, e nel 2024 sono state introdotte spese aggiuntive per il periodo natalizio. Sebbene nel 2025 Amazon abbia annunciato una stabilizzazione delle tariffe e persino una riduzione per alcuni pacchi ingombranti, questo non ha placato le preoccupazioni dei venditori.

Cambiamento della politica di rimborso

A partire dal 10 marzo 2025, Amazon cambierà la sua politica di rimborso per i prodotti persi o danneggiati durante il processo di Fulfillment by Amazon (FBA). Invece di rimborsare il prezzo di vendita completo, i venditori riceveranno solo il costo di produzione del prodotto, che è significativamente inferiore. Questa modifica è vista come un aumento de facto delle commissioni per i venditori, poiché non saranno rimborsati per le spese doganali, le spese di spedizione o le spese di gestione associate ai prodotti danneggiati.

Implicazioni economiche e rischi competitivi

Il cambiamento nella politica di rimborso ha sollevato interrogativi su come Amazon calcolerà il costo di produzione dei prodotti. I venditori potrebbero dover fornire ad Amazon informazioni sensibili sui costi di produzione, esponendosi al rischio che la piattaforma utilizzi queste informazioni a loro svantaggio. Alcuni esperti avvertono che questo potrebbe consentire ad Amazon di competere in modo sleale, riducendo i prezzi sotto il costo marginale dei concorrenti.

Reazioni dei venditori e prospettive future

Le reazioni tra i venditori sono state fortemente negative; molti temono che questa nuova politica trasferisca il peso delle perdite sui loro affari. Alcuni stimano che le riduzioni nei rimborsi potrebbero variare tra il 42% e il 70%, un colpo significativo in un settore già caratterizzato da margini ristretti. Nonostante la possibilità di esplorare alternative come la creazione di siti web diretti al consumatore, Amazon rimane una porta d'ingresso fondamentale per le vendite online. 

 In un contesto in cui Amazon affronta anche indagini antitrust a livello federale riguardanti le sue pratiche commerciali, questa modifica alle politiche potrebbe avere ripercussioni significative non solo per i venditori ma anche per l'intero panorama del commercio elettronico. La domanda rimane: quali alternative hanno i venditori se non possono più fidarsi della piattaforma che una volta consideravano indispensabile?

 

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