Nel suo discorso al Tusványos in Romania, il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha affrontato le crescenti differenze tra Est e Ovest dell'Europa, con l'immigrazione come uno dei punti di frizione principali. Orbán respinge l'approccio occidentale all'immigrazione, sostenendo che esso rappresenti un'agenda ideologica mirata a erodere l'omogeneità etnica su cui si fondano le nazione-stato.
Secondo Orbán, il pensiero occidentale nega l'esistenza delle nazioni, ritenendo che non vi sia una cultura comune o una moralità pubblica basata su di esse. In questo contesto, l'immigrazione viene vista non come una minaccia, ma come un'opportunità per ridurre l'omogeneità etnica. Orbán contrasta questa visione con quella dell'Europa Centrale, dove si osserva che mentre centinaia di migliaia di persone in conflitto nell'Est sono coinvolte in guerre fratricide, l'Occidente accoglie un numero crescente di migranti provenienti da civiltà estranee, il che appare "assurdo" dal punto di vista dei paesi dell'Europa Centrale.
Questa riflessione di Orbán mette in evidenza non solo le divergenze culturali e ideologiche tra le due regioni, ma anche le sfide che la questione dell'immigrazione sta ponendo all'unità europea.
Nessun commento