Ondate di caldo: differenza socioeconomica penalizza i più vulnerabili, lo studio

Uno studio spiega come le differenze socioeconomiche abbiano un ruolo sul tema del fenomeno delle ondate di calore. Ecco in quale modo. 


Le ondate di calore rappresentano una delle sfide climatiche più pressanti del nostro tempo, con effetti particolarmente devastanti nelle aree urbane. Un recente studio condotto da un team internazionale di ricercatori, tra cui esperti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), ha messo in luce come le disuguaglianze sociali influenzino l’accesso alle soluzioni per combattere questi fenomeni.
Ondate di calore, i più vulnerabili – notizie.com


Il lavoro pubblicato su Nature Cities rivela che esiste un alto livello di diseguaglianza sociale nell’accesso agli spazi verdi urbani, considerati essenziali per mitigare gli effetti delle ondate di calore. Le infrastrutture verdi urbane, quali parchi e giardini, sono riconosciute come soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions – Nbs) efficaci per ridurre il surriscaldamento nelle città. Tuttavia, lo studio evidenzia come la capacità dei cittadini di beneficiare dei servizi offerti da queste infrastrutture varii significativamente in base alla loro posizione socioeconomica.


Ingiustizia ambientale ed esclusione sociale




Le aree urbane sono particolarmente vulnerabili alle ondate di calore a causa dell’effetto isola di calore urbano. Questo fenomeno si verifica quando le strutture cittadine assorbono e trattenono il calore più della vegetazione circostante, causando un aumento delle temperature locali. Secondo Cnr e Cmcc, lo stress termico derivante dalle ondate di calore è la principale causa di morti premature legate al clima in Europa. Di fronte a questo scenario preoccupante, lo sviluppo e la manutenzione degli spazi verdi emergono come strategie cruciali per proteggere le popolazioni urbane.
Lo studio evidenzia l’esistenza di una “ingiustizia ambientale” – notizie.com


L’analisi condotta su quattordici grandi aree urbane europee ha rivelato che i gruppi socialmente svantaggiati – inclusi inquilini a basso reddito, immigrati e disoccupati – hanno minor accesso ai servizi offerti dalle infrastrutture verdi rispetto ai residenti più abbienti. Questa disparità non solo accentua le esistenti ingiustizie ambientali ma espone anche i più vulnerabili a maggior rischio durante gli episodi estremamente caldi.


I risultati dello studio sottolineano l’importanza dell’integrazione della dimensione sociale nelle strategie volte a contrastare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici nelle città europee. È fondamentale adottare approcci multidisciplinari che tengano conto sia degli aspetti ambientali sia sociali per garantire che tutti i cittadini possano godere dei benefici derivanti dalle soluzioni basate sulla natura.


L’aumento delle temperature globali continua a rappresentare una minaccia crescente per la salute pubblica e il benessere sociale nelle città europee, e studiare ed implementare misure inclusive diventa sempre più urgente. La ricerca condotta dal Cnr e dal Cmcc offre preziose indicazioni su come affrontare questa sfida globale con una prospettiva equa ed efficace.


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