Vizzardelli e quell’urlo alla Scala: “Quel palco mi inquietava…”

Parla il giornalista che ha gridato “Viva l’Italia antifascista” poco dopo l’Inno di Mameli e prima che cominciasse l’opera 


Il suo gesto ha fatto discutere. Quell’urlo di Marco Vizzardelli, 65 anni, giornalista, alla Scala di Milano, subito dopo l’Inno di Mameli e quel grido “Viva l’Italia antifascista” che ha spezzato la monotonia di un momento classico e che nessuno si aspettava. Una cosa singolare, anche se non è che abbia detto parole offensive o insulti, ma quanto basta per finire nell’occhio del ciclone. “Non ho gridato come mio solito, l’ho detto ad alta voce. Mi inquietava la composizione del palco con Segre messa in mezzo e mi sono chiesto cosa fare. Ero sulla sinistra in Prima galleria e in Seconda, prima dell’Inno, uno che conosco ha urlato “No al fascismo”. Alla fine dell’Inno, con moto istintivo ho detto “Viva l’Italia antifascista”“.
Il presidente Mattarella alla Scala di Milano mentre c’è l’Inno di Mameli (Ansa Notizie.com)


Un grido durante gli applausi per l’Inno che non è stato sommerso dal rumore ma si è sentito benissimo, talmente bene che tutti si sono girati verso la sua posizione e vedere chi mai fosse stato ad urlare quella frase così naturale, ma così strana in quel momento, che poi strana non dovrebbe mai essere, ma tant’è. Ed è lo stesso Vizzardelli che racconta al CorSera: “A metà del primo atto si è avvicinato uno e ho capito che era un poliziotto in borghese. Finito l’atto si è palesato e mi ha chiesto le generalità, ma io me ne sono andato. Allora mi hanno raggiunto nel foyer quattro della Digos e mi hanno ricordato che non dare le generalità è reato. Ho detto che sarebbe stato reato se avessi detto “Viva l’Italia fascista”.


“La Digos è stata cordiale, La Russa ha reagito meglio di Salvini”


Il giornalista Marco Vizzardelli (Facebook Notizie.com)


Il racconto di Vizzardelli non si ferma qui e riparte, con quanto avvenuto subito dopo il suo urlo: “E’ arrivata la polizia, questi hanno sorriso e poi abbiamo fotografato la carta di identità con il mio telefonino, perché il loro funzionava male, e gliela ho inviata. C’è stata cordialità, ma mi è parso sconcertante”.


Le reazioni di Salvini e La Russa sono state diverse e quasi opposte a quello che ha fatto il giornalista subito dopo l’Inno di Mameli. Il leader della Lega ha detto che alla Scala non si “sbraita” mentre il presidente del Senato ha ammesso di non aver sentito nulla a proposito. Per Vizzardelli sono reazioni opposte e divertenti: “La Russa da uomo spiritoso ha reagito meglio di Salvini. Io non posso ammettere nel 2023 alcunché che abbia a che fare col fascismo, busti di Mussolini e cose del genere. Quanto al leader della Lega non credo che sia nato con idee politiche di destra, ma non sopporto un minimo odore di razzismo. Magari lui non lo è, ma lo appare nei fatti, lo fa apparire proprio lui nei fatti, nella sua comunicazione, basta vedere come aveva commentato la vittoria di Mahmood a Sanremo“.


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