Maurizio Gardini in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ parla di manovra, salario minimo e della posizione di Confcooperative su questi due provvedimenti.
Manovra e salario minimo. Sono questi i due temi affrontati da Maurizio Gardini in un’intervista al Corriere della Sera. Per quanto riguarda la legge di Bilancio, il presidente di Confcommercio conferma che si tratta di “un provvedimento che nasce in una situazione complessa viste le poche opportunità e risorse, cosa che metterebbe in difficoltà ogni esecutivo“.
Maurizio Gardini intervistato su manovra e salario minimo – Notizie.com – © Ansa
“Il governo si è trovato costretto a dover mettere in campo misure che hanno come obiettivo quello di tenere sotto controllo il debito pubblico e non aumentarlo, come è successo in questi ultimi anni“, aggiunge ancora Gardini.
“Ecco le richieste di Confcooperative”
Le richieste di Confcooperative sulla manovra – Notizie.com – © Ansa
Da oggi si inizia con le audizioni in Parlamento e Gardini spiega quali saranno le richieste di Confcooperative: “Per prima cosa va reso strutturale il taglio del cuneo fiscale e ampliata la platea perché ormai sono troppi i lavoratori che soffrono di una tassazione pesante. In più sulle pensioni, almeno per noi, la flessibilità in uscita dovrebbe essere legata a quella in entrata portando a delle assunzioni. Negli ultimi anni stiamo registrando solamente esodi“.
Per il numero di Confcooperative vanno anche incrementate “le risorse del regime speciale di revisione prezzi per gli appalti pubblici. Chiediamo anche l’abolizione della plastic tax. L’impostazione non aiuta la transizione delle imprese e dei consumi. Confindustria dice che per imprese non c’è niente? E’ vero, c’è poco e siamo preoccupati per il costo dell’energia come quello del denaro. Italia in recessione? Il rischio è concreto“.
“Salario minimo? Preferisco parlare di salario giusto”
Gardini sul salario minimo – Notizie.com – © Ansa
Sul salario minimo Gardini sottolinea che “in questo caso bisogna guardare a tutte le voci che lo compongono e non solo il minimo tabellare. Ma anche il trattamento economico complessivo con tutti i ratei che compongono il costo orario. Quindi io parlerei di salario giusto. Secondo noi la soluzione è rappresentata dalla contrattazione sana, anche magari con una dialettica accesa. Ma solo in questo caso, agganciandosi alla produttività, possono rilanciarsi i salari“.
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