Galli Della Loggia: “Meloni sia più cauta sul Premierato”

L’editorialista del Cor Sera e storico avvisa il presidente del Consiglio che sta imboccando la stessa strada presa da Renzi anni fa


Più passano i giorni, più non c’è alcuna possibilità che la riforma sul Premier eletto dai cittadini direttamente possa avere delle convergenze. Eppure il governo corre e va avanti, anche se il dialogo con le opposizioni dovrebbe essere più concentrato e più serrato, almeno e soprattutto, se non proprio solo, su questo tema. A sostenerlo è lo storico ed editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia che ha registrato da ogni parte approvazione da parte del centrodestra e dissenso dalla parte contraria. Totale dissenso e con poca voglia di ragionare se le cose restano così come sono.
Il premier Giorgia Meloni in una seduta del Parlamento (Ansa Notizie.com)


Ci sono tante critiche che vengono mosse alla presidente del Consiglio che comunque va avanti a testa bassa su una riforma che vuole portare in Parlamento. “C’è qualcosa che sfugge, qualcosa di precipitoso e irragionevole”, osserva Galli Della Loggia e riprende il filo di un ragionamento fatto a voce alta: “L’esigenza di rafforzare l’esecutivo è sacrosanta, ma una revisione costituzionale sarebbe meglio farla concordandola a monte con l’opposizione, come metodo per il presente e come strategia per il futuro. A mio avviso sarebbe stato più opportuno e utile discuterla con i partiti di centrosinistra ancora prima di andare in Aula”.


“Il rischio di finire come Renzi è troppo alto…”


Ernesto Galli Della Loggia è molto critico sul modus operandi della nuova Riforma sul Premierato (Ansa Notizie.com)


Quello che stona in questa situazione, cerca di far capire lo storico è che comunque la strada venga portata avanti, costi quel che costi e in tema di riforma non si ragiona in questo modo. La riforma sul premierato “l’ho fatta”, “spero di avere il consenso in Parlamento”, ma comunque la “consegno agli italiani”, il ragionamento che fa Galli Della Loggia che poi osserva e fa il paragone con Matteo Renzi che, conscio dell’allora consenso popolare, decise di proseguire e poi cadere, ammettendo la sconfitta.


Meloni invece ha già detto che non farà lo stesso percorso di Renzi perché, se dovesse andare male, lei non si dimetterebbe in nessun caso e questo, spiega, Galli Della Loggia stona un po’ e lo riporta: “A volte un capo politico può sbagliare, e in questo momento Meloni sente la riforma come una priorità, al punto da investire sull’obiettivo con tutta se stessa, nonostante la delicatezza della materia, mettendosi così sulla buona strada per commettere lo stesso errore di Matteo Renzi“. E ma il punto è proprio questo anche perché “se la consultazione non va bene, si viene in qualche modo sconfessati dal corpo elettorale chiamato a decidere su un punto fondamentale del programma con cui si è stati eletti, appunto. E si è politicamente obbligati ad ammettere la sconfitta, per non smentire se stessi”.


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