Autonomia, Occhiuto: “No a dogmi, ma ci sono obblighi”

Il presidente della Regione Calabria Occhiuto parla disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, presentato dal leghista Roberto Calderoli e che il governo Meloni sta valutando. Secondo la visione di Occhiuto, “si può dire sì solo a parità di lep”, ma “servono risorse importanti”. Intervista da Il Giornale, Occhiuto ha infatti spiegato che “ad oggi al Sud i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni”.  “Non ho una posizione dogmatica. 

Si tratta di una possibilità contemplata dall’articolo 116 della Costituzione (sezione peraltro riformata quando era al governo il centrosinistra)”, ha detto il governatore in un’intervista rilasciata al quotidiano diretto da Augusto Minzolini. Roberto Occhiuto ANSA/LUIGI SALSINI “Gli articoli successivi parlano di obblighi e non di possibilità. Come l’obbligo di garantire tutti i diritti in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, sia che un cittadino viva a Crotone sia che viva a Sondrio. Come anche l’obbligo della perequazione. In verità sia la possibilità dell’autonomia differenziata, sia la garanzia dei diritti sociali e civili e l’obbligo della perequazione non mi sembra siano stati attuati come prescrive il titolo quinto della Costituzione”. 

La proposta presentata da Calderoli, infatti, ad ora risulta particolarmente contestata perché rischia di fare aumentare il divario tra Nord e Sud. Cosa ne pensa Occhiuto del disegno di legge proposto da Calderoli Per autonomia differenziata si intende il riconoscimento dell’attribuzione, a una regione a statuto ordinario, di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente o, in alcuni casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme a queste, però, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che a quel punto non verrebbe più distribuito su base nazionale in base alle necessità collettive. Una concessione, quella di “forme e condizioni particolari di autonomia” alle regioni a statuto ordinario, già prevista dalla Costituzione italiana, nel terzo comma dell’articolo 116 in cui si cita la possibilità di attribuire queste competenze “con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata”. Un comma tuttavia mai attuato per via delle differenze economiche e sociali tra regioni, che rischierebbero di rendere questa possibilità per alcuni particolarmente dannosa. Per questa stessa ragione, la proposta ha creato dubbi all’interno della maggioranza, in particolarmente per Fratelli d’Italia e la sua vocazione nazionalista forte anche al meridione, ma meno nel ricco nord industriale, ed è stata criticata anche da diversi economisti e analisti, sia per quanto riguarda gli aspetti tecnici che per quelli sociali, che rischierebbero di creare una frattura profonda nel Paese. (Ansa) “Ho detto più volte che il disegno di legge di Calderoli è come un treno che ha tre vagoni: quello dell’autonomia differenziata, quello dei diritti sociali e civili non più quantificati secondo il criterio ingiusto della spesa storica ma secondo i fabbisogni, e quello della perequazione“, ha commentato Occhiuto. Secondo il governatore, “se spinto dall’autonomia differenziata il treno arriva in stazione e porta con sé anche gli altri due vagoni, credo sia un grande risultato anche per le regioni del nostro Meridione dove oggi i diritti sociali e civili non sono garantiti nello stesso modo di altre regioni. E per arrivare a un punto di parità servirebbero risorse importanti. Solo a parità di Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) posso dire di sì all’autonomia differenziata”. 

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